ragionare per combattere crisi coronavirus
sara vannelli Nessun commento

Come possiamo evitare di perdere anche la salute mentale e il nostro denaro ai tempi della pandemia causata dal COVID-19?
Lavorare sul ragionamento per evitare sconforto, confusione, stordimento, è una strada fondamentale da percorrere sin da ora, vediamo come farlo.

In questi giorni molti non si rendono conto che dicendo “rimaniamo positivi” si crea una sorta di paradossale “ossimoro”.
Infatti l’essere positivi è l’incubo più grande che esiste nel corso di una pandemia come quella che stiamo attraversando. 

Tuttavia, rimango convinto che ci sia un modo per rimanere “positivi” (nel vero senso della parola) ed è quello di continuare a fare ciò che da sempre distingue l’uomo dall’animale, il ragionamento.

Proviamo dunque a farne uno: 
Cos’hanno in comune una stazione ferroviaria, un supermercato e un mercato di borsa? 

In questo periodo immagino che tutti associno le tre immagini a una sola parola: il panico.

Abbiamo visto scene di agglomerati umani e code laddove non si fa che ripetere di non ammassarsi, abbiamo visto i mercati crollare laddove chiunque sa che non è opportuno vendere nel momento della paura

Eppure succede sempre e non cambierà mai. 
Perché non puoi dire a una persona: non aver paura, andrà tutto bene.
Non puoi tanto meno dirlo a centinaia, migliaia, milioni di persone contemporaneamente. 

Quello che cambia in questi casi, è la fortuna di avere vicino qualcuno che ti insegna a ragionare

Prendiamo un dietologo o un nutrizionista. Perché lo paghiamo?
Non certo per sentirci dire “devi mangiare di meno, eliminare gli zuccheri e i grassi e tutte le cose buone di questo mondo”.
Quello forse, già lo sappiamo da soli. 

Lo paghiamo perché se è un buon medico, ci farà arrivare lui alla decisione di mangiare meno raccontandoci con garbo le conseguenze di una alimentazione sbagliata. 
E’ così con tutto. 

Per questo, in questo momento, secondo me l’esortazione “state a casa” per quanto giusta, continua a essere piuttosto inutile. 
Infatti, non ha funzionato nella fase iniziale di questa terribile pandemia.

Nessuno è stato a casa anche se i famosi “esperti” lo urlavano a squarciagola. Erano sicuramente esperti della loro materia, ma non di sicuro lo erano in comunicazione. 

Ed ecco che allora le persone hanno iniziato volontariamente a rimanere chiuse in casa solo per due motivi: il potere sanzionatorio (se non stai a casa commetti un reato), molto debole a mio giudizio in uno stato come il nostro molto famoso per non avere la certezza della pena. 

emergenza pandemia coronavirus

L’altro motivo è la constatazione della virulenza di questo virus
Anche nei più incalliti complottisti e minimizzatori ha iniziato a insinuarsi il dubbio che tutto ciò che sta accadendo sia tragicamente reale. 

A questo punto mi domando: 

  • Quanto sarebbe stato meglio se, dall’inizio, l’informazione invece di impegnarsi nel sensazionalismo e sulla notizia in sé, avesse anticipato ai cittadini quali avrebbero potuto essere le conseguenze su di loro e sui loro cari
  • Non sarebbe stato meglio se, prima di diffondere decreti, i nostri politici avessero informato sull’inesistenza di un problema di supermercati e avessero sottolineato che i trasporti avrebbero continuato a funzionare perciò era inutile assaltarli? 
  • E se invece di aggiornarci su un bollettino di contagi e decessi legati a questa pandemia, che aumenta più o meno progressivamente e nelle stesse proporzioni, avessero dedicato un minuto a far vedere ai risparmiatori qualche semplice grafico sulla storia degli shock di borsa e sulle capacità della stessa di riprendersi quanto lasciato sul terreno

Ma la risposta è sin troppo semplice: queste mie sono illusioni perché tutto ciò non accadrà mai. 
Perché? 

  • La stampa fa business con il sensazionalismo e gli altri suggerimenti passano in secondo piano
  • I politici hanno come primo obiettivo conservare la poltrona che occupano e gli altri ragionamenti passano in secondo piano.

Ecco perché in situazioni di questo tipo si salva più facilmente chi è già più preparato, chi ha sviluppato una intelligenza emotiva superiore oppure chi ha la fortuna di avere vicino persone che lo hanno fatto. 

Queste persone, lasciatemelo dire, sono fondamentali come medici e infermieri. 
Certo non possono essere considerati eroi, non rischiando la vita come accade in questo momento a chi lotta in prima linea per salvarne altre. 

Però salvano, o cercano di farlo, la salute mentale. Lavorano sul ragionamento per evitare problemi di sconforto, confusione, stordimento. 

Tutto questo evita di prendere decisioni individuali sbagliate e ciò si ripercuote nella comunità in progressione “geometrica” proprio come il nostro nemico pubblico numero uno, il Covid-19.

Un buon consulente finanziario è una di queste persone. 
Ha una funzione preponderante in momenti come questo perché il suo operato diventa di importanza sociale. 

La distruzione di ricchezza prima o poi diventa anche distruzione di salute

Nessuno, anche se in buone condizioni fisiche, vive bene senza soldi o peggio pensando di averne avuti e averli persi stupidamente. 

Purtroppo in questo momento legato a una constatata pandemia, vedo intorno a me anche tanti colleghi che scappano, oppure non chiamano i loro clienti e se li chiamano non riescono che a far peggio diffondendo le loro paure e insicurezze. 

Non parliamo di impiegati di banche e poste, che a chiamare i clienti proprio non ci pensano. 
A questi colleghi dico, umilmente, fatevi da parte. Avete tempo, in questi giorni, per decidere se questo è il mestiere per voi. 

Alle persone dico, non bruciate i vostri risparmi di una vita cedendo alle vostre primordiali emozioni ma prima rivolgetevi a un esperto. 

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