le obbligazioni
sara vannelli Nessun commento

Le obbligazioni sono lo strumento finanziario più diffuso al mondo, ma nascondono insidie e pericoli per chi non le conosce. Vediamo come funzionano e come ottenere il massimo del rendimento con il minimo rischio.

come funzionano le obbligazioni

Personalmente ho sempre trovato odioso prestare soldi agli amici. 
Piuttosto ho sempre preferito dare un “contributo a fondo perduto”.
È un gesto elegante e non ci si aspetta la restituzione. 

Nel mio caso però questa è avvenuta sempre perché avevo stima delle persone che me lo chiedevano e credevo fermamente nel fatto che sarebbero uscite dalla difficoltà e avrebbero trovato la loro strada.

Questo principio in realtà è la base del microcredito (la forma di credito che si è diffusa, grazie al premio Nobel Muhammed Yunus, nelle zone più povere e flagellate del pianeta) e del prestito islamico (che non prevede interessi ma partecipazione al successo dell’attività finanziata).

premio Nobel Muhammed Yunus

Nel mondo occidentale però non la pensano tutti così e il sistema capitalistico ha favorito la diffusione di uno degli strumenti finanziari più equivoci e subdoli che si conoscano:

LE OBBLIGAZIONI

Queste, al contrario delle azioni, nell’immaginario collettivo sono considerate un investimento poco rischioso. In realtà, non sempre è così. 
Vediamo perché.

Ti ricordi quando nell’articolo sulle azioni abbiamo parlato del “nostro cugino” ferramenta?

Supponiamo che desiderasse espandersi ma non volesse coinvolgere nessuno nelle sue decisioni strategiche sull’attività: a questo punto non chiederebbe di entrare in società con lui riconoscendo delle quote ma semplicemente andrebbe in banca a chiedere un prestito

Tale circostanza è l’unica alternativa per una piccola attività, ma quando le imprese sono grandi abbastanza, hanno un’altra possibilità: anziché rivolgersi a una banca o a una finanziaria per indebitarsi, possono chiedere un prestito a molte persone attraverso un “titolo di credito” che si chiama OBBLIGAZIONE (per questo il suo nome è prestito obbligazionario). 

In questo caso il patto è semplice. 

Chi compra la mia obbligazione mi presta dei soldi, che io mi impegno a restituire a una data prefissata. Nel frattempo riconosco al generoso investitore un interesse

Ho volutamente evidenziato le tre parole magiche “abbastanza”, “restituire” e “interesse”, perché rendono questo strumento come ho detto sopra sufficientemente complicato.  

Andiamo con ordine: 

  • “Grandi abbastanza”: chi è che chiede questi prestiti? 
    Si va dalle attività più grandi in assoluto ovvero gli Stati Sovrani. 
    E poi a scendere, le banche, le assicurazioni, gli organi sovranazionali, le grandi multinazionali e le grandi società. 
  • Restituire”: quando ci restituiranno i soldi? 
    Il momento della restituzione può andare da pochi mesi fino a trenta anni e oltre. Esistono scadenze talmente lunghe che alcuni titoli obbligazionari vengono chiamati “matusalemme”.
  • Interesse”: “quanto mi rende?”
    La CEDOLA è il “premio” riconosciuto al risparmiatore – investitore. Questa può essere di diversi tipi: fissa o variabile innanzitutto; può essere un po’ l’una e un po’ l’altra (magari per un po’ di anni è fissa e poi diventa variabile); può anche non esserci (c.d. titoli “zero coupon” dove l’interesse è dato dalla differenza tra la restituzione e la somma investita) oppure il suo valore legato ad altre grandezze (obbligazioni c.d. “strutturate”). 

I primi due punti dell’elenco vengono spesso dati per scontati.
Vediamoli un po’ meglio.

IL RISCHIO “EMITTENTE”

Difficilmente presteresti dei soldi a un amico con le mani bucate e, se lo facessi, probabilmente daresti per certo di non rivederli mai.
Spesso non si rivede più nemmeno l’amico!

Con le obbligazioni dovrebbe accadere la stessa cosa, ma non è così. 
C’è ancora oggi moltissima leggerezza nel prestare i propri risparmi ma dietro l’emittente (ovvero, chi chiede il prestito) si nasconde una gran parte del pericolo di questo tipo di investimenti. 

Gli emittenti in difficoltà si presentano in molti modi diversi: governi al collasso, banche barcollanti e aziende sull’orlo della bancarotta.
Tutti coloro i quali comprano obbligazioni di questi soggetti, rischiano di vedere scendere o sparire i loro soldi in poco tempo, proprio come con l’amico dalle mani bucate.

Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito a vicende fin troppo drammatiche in questo senso. I (diversi) “default” del governo Argentino, le Banche fallite, il crac Parmalat e molte altre. 

È sicuro che non saranno le ultime, specialmente considerando il periodo che stiamo vivendo.

Il tema della restituzione (secondo punto) è ovviamente legato al primo. 
L’impegno di restituire i soldi, preso sulla carta, rimane valido a livello giuridico, ma la cosa cade in secondo piano se chi emette l’obbligazione non è in grado di onorare l’impegno.

Ed ecco che i prestiti obbligazionari di emittenti in difficoltà, possono essere “congelati” (interruzione del flusso di cedole e interessi), convertiti in azioni (se si tratta di aziende), o ri-strutturati allungando le scadenze delle restituzioni.

Il terzo punto del nostro elenco, ovvero gli interessi, non è invece dato per scontato. Però a mio giudizio, nasconde la parte più subdola di un investimento obbligazionario. 

Infatti la CEDOLA di un titolo obbligazionario rappresenta il classico “specchietto per le allodole”: 9 risparmiatori su 10 lo vedono come unico e solo punto di riferimento quando devono decidere se sottoscrivere un titolo di Stato o un altro genere di obbligazione.

Ciò però potrebbe essere pericoloso. Occorre soffermarsi e vedere perché.

IL RISCHIO e il RENDIMENTO EFFETTIVI DELL’OBBLIGAZIONE.

La classica domanda “QUANTO MI RENDE?” non trova risposta esatta nel tasso di interesse promesso dalla pubblicità o dal funzionario di turno. 

Immaginiamo di trovarci di fronte a un’altalena e a un bambino che ride felice mentre oscilla avanti e indietro.
L’altalena si fermerà, su questo non ci sono dubbi (la certezza la danno le leggi della fisica) e il quando dipende da quanto è forte la spinta.

Ma se il bambino cercasse di saltare dall’altalena prima che ciò accada, potrebbe essere molto doloroso. 

Fuor di metafora, uscire in un qualsiasi momento durante la vita dell’obbligazione può significare perdere molti soldi, vanificando anche la più appetitosa delle cedole e andando anche molto, molto oltre. 

bambino sull altalena

Ma perché questo accade?
Per capirlo devo spiegarti come funziona l’investimento su una obbligazione.

Il meccanismo è piuttosto semplice: quando nasce il prestito, si dice che lo sottoscriviamo “alla pari”. In altri termini, stiamo salendo sull’altalena mentre è ferma, operazione di per sé molto semplice. 

Dopo la prima spinta però, l’altalena inizierà a muoversi: l’obbligazione inizia a essere scambiata sul mercato.  

L’altalena si ferma quando l’obbligazione raggiunge la scadenza e il capitale viene restituito.

Cosa succede mentre l’altalena è in movimento?

Gli operatori di mercato non sono solo i piccoli risparmiatori, anzi: la maggior parte delle obbligazioni vengono scambiate tra governi, banche centrali, fondi pensione e fondi di investimento. 

Ciò significa che l’entità della spinta all’altalena dipende da fattori lontani dal nostro controllo. 

L’esempio più eclatante è rappresentato da un termine che da qualche anno viene utilizzato quasi quotidianamente, cioè il “famigerato” spread

Nel caso qualcuno non avesse chiaro cosa sia, quel numero misura la differenza di “premio” tra i prestiti italiani e quelli tedeschi.

È un premio riconosciuto sul “rischio” dei due paesi perciò in pratica se si allarga vuol dire che aumenta il rischio di prestare i soldi all’Italia.

Dall’altro lato quando questa grandezza cresce significa che il Belpaese, per farsi prestare soldi, dovrà dare più interessi a chi gli darà fiducia. 

Il piccolo risparmiatore non può influenzare queste dinamiche ma solo subirle. 

Mentre l’altalena è in movimento, lo spread che aumenta è come la mano di un estraneo che si intromette tra la mamma che spinge e il bambino che dondola.

Ciò vale per tutti gli investimenti in obbligazioni perché i movimenti dello spread hanno effetti simili a quelli di un sasso lanciato in uno stagno

A maggior ragione ciò vale per i prestiti nati da situazioni critiche, ed ecco che torna il tema del rischio legato all’emittente descritto qualche riga sopra: è ovvio che se l’estraneo spinge con la sua mano un’altalena piccola ed instabile, il divertimento del bambino rischia di trasformarsi in qualcosa di molto diverso.  

Alla luce di ciò sei ancora convinto che l’investimento in obbligazioni debba essere considerato tranquillo a prescindere? 

Non a caso ho definito subdola la questione: le cedole particolarmente alte sono figlie o di “altalene traballanti” (cioè di un forte rischio emittente come definito appena sopra) oppure di scadenze molto lunghe. 

Non c’è dunque nulla di più sbagliato che confondere la “cedola”con il “rendimento” dell’obbligazione: quest’ultimo dipende anche dal valore dell’obbligazione in ogni momento della sua vita e tale valore oscilla esattamente come la nostra altalena.

Trascurare questa differenza costituisce un enorme pericolo per i tuoi risparmi. 

Ecco 3 consigli per te su come scegliere l’investimento giusto sulle obbligazioni

Ora dovrebbe esserti chiaro il motivo per cui prestare i tuoi soldi a qualcuno è un’operazione sensata e oculata solo se si conoscono e si rispettano alcune condizioni che abbiamo appena descritto. 

In chiusura ti lascio tre accortezze per avere la tranquillità che cerchiamo in un investimento obbligazionario. 

  1. Non chiedere solo “quanto mi rende”: equivale a domandare all’oste com’è il vino; nell’infografica sottostante troverai gli spunti per porre le domande giuste
  2. Sottoscrivi sempre ogni obbligazione singola con una piccola parte (non più del 10%) dei tuoi soldi.
  3. Diversifica. Il modo più corretto per farlo è affidarsi a un gestore di fondi comuni. 
pro e contro delle obbligazioni
  • Hai obbligazioni in portafoglio e non sai come valutarle? 
  • Vuoi comprare i titoli di stato italiani ma non sai se è una scelta giusta? 
  • Vuoi un investimento tranquillo e senza rischi nascosti? 

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