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Quando si affrontano dei cambiamenti, la prima paura è quella dell’ignoto. Si pensa, “ce la farò” se si crede profondamente in sé stessi come la nostra Gloria Gaynor, ma anche se tutti i dettagli si studiano alla perfezione, qualcosa di imprevedibile accade sempre.

Succede perché una parte delle situazioni sfugge al nostro controllo. Sui mercati finanziari, ciò accade tutti i giorni per via di un rischio “di scenario” che dagli esperti viene definito “sistemico” o (“sistematico”). Si tratta in parole molto semplici, di quella parte di rischio rappresentata dal contesto nel quale gli investimenti si muovono. Facciamo un esempio: l’andamento di un titolo Facebook o Microsoft non dipende solo dalla bontà dei bilanci (e quindi dallo stato di salute) dell’azienda. Le loro oscillazioni sono spesso dovute all’andamento del mercato dove questi titoli sono scambiati nelle dinamiche della domanda e dell’offerta.

Se gli USA combattono una guerra di dazi con la superpotenza cinese, una azienda americana per quanto grande e solida possa essere, risentirà della tempesta finanziaria che ciò comporta. Infatti quando accadono eventi economici e politici importanti nel mondo, si spostano da una parte all’altra dell’emisfero decine di miliardi attraverso pochi click (a volte non ci sono nemmeno quelli perché i movimenti sono automatici e generati da algoritmi e formule matematiche). Nel secolo scorso, si sono succedute autorevoli teorie sull’argomento, alcune talmente valide che sono state certificate da premi Nobel e ad oggi rappresentano ancora il punto di riferimento degli analisti e dei gestori dei nostri soldi (intendendo per essi non noi consulenti ma coloro i quali sono “nella stanza dei bottoni”).

Ma la verità qual è? Che rispetto al rischio “sistematico” queste teorie ammettono che qualsiasi cosa ci si inventi, l’incertezza rappresentata dallo scenario e dal contesto non si può eliminare e condizionerà sempre in maniera decisiva il risultato finale di ogni investimento, in qualsiasi campo. L’essenziale è capire come sopravvivere a questo rischio. C’è un modo?

Per fortuna, quelle stesse teorie che si sono trovate ad ammettere una impotenza circa il rischio di cui ho parlato sopra, hanno anche dimostrato che si può superare tutto questo e raggiungere comunque ottimi risultati. E, potrà sembrare banale, ma come nell’amore (il tema della canzone di Gloria Gaynor), anche in questo campo c’è una cosa che aiuta molto: il fattore tempo. Il tempo aiuta a superare tutto, dai dolori più grandi, alle pene d’amore, fino all’incertezza e le oscillazioni dei nostri poveri soldi investiti.

Perciò occorre dare a questi soldi il tempo di lavorare senza pretendere che all’improvviso inizino a crescere sugli alberi. Naturalmente il tempo, da solo, non può nulla. E’ essenziale infatti, conoscere le regole del gioco, disporre di più informazioni possibile, avere un confronto con una o più persone affidabili e attendibili che riesca a farci notare dove scegliamo bene e dove rischiamo di sbagliare, non ultimo sollevandoci dal peso psicologico nelle nostre decisioni in materia di soldi.

Questa figura è esattamente quella di un buon consulente finanziario abilitato e certificato. Speriamo che anche Gloria Gaynor ne abbia trovato uno buono, altrimenti oltre alle pene d’amore potrebbe aver sofferto come tanti suoi colleghi artisti, anche le pene del portafoglio.

Buon ascolto!