strumenti finanziari
sara vannelli Nessun commento

Gli strumenti finanziari offerti al risparmiatore sono tanti. 
Ciascuno ha le sue caratteristiche ed è fondamentale essere consapevoli di ciò che la banca propone. 
In questo e nei prossimi articoli, analizziamo insieme i PRO e i CONTRO (caratteristiche, vantaggi e svantaggi) degli strumenti finanziari più diffusi ed utilizzati. Iniziamo dalle AZIONI.

Forse è perchè suono la chitarra che, parlando di strumenti finanziari, mi viene in mente subito un’orchestra. 

Andrés Segovia infatti diceva che la chitarra è come una piccola orchestra. Ogni corda racchiude un colore e un timbro diverso, è una versione in miniatura degli strumenti che ne fanno parte.

Quando si parla di strumenti finanziari bisogna pensare allo stesso principio. Di per sé, ognuno di essi può “suonare”, oppure “steccare”, ma è l’insieme della composizione di un portafoglio che farà grande la sinfonia. 

Per questo motivo, ho preparato una guida attraverso la quale ti spiegherò le azioni, le obbligazioni e gli strumenti gestiti.
I primi due sono strumenti finanziari a sé stanti, i terzi racchiudono al loro interno un insieme di entrambi. 

Le azioni e le obbligazioni sono di gran lunga gli strumenti più diffusi e utilizzati dal risparmiatore italiano. Questo però ahimé non significa che siano da lui conosciuti fino in fondo. 

Come spesso accade quindi, e proprio come diceva Segovia, è impossibile comporre qualcosa di buono con uno strumento che non si conosce. 

Lo scopo di questa guida è di illustrarne le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi, iniziando con le AZIONI. 

LE AZIONI

le azioni

Le azioni sono lo strumento “rischioso” per definizione. Vediamo perché: 
Supponiamo di avere un cugino che ha un negozio di ferramenta e che ci chieda di partecipare alla sua attività portando del denaro oppure, per esempio, mettendo a disposizione un locale per il magazzino.

Se accettiamo la sua proposta, avremo una QUOTA della sua impresa.
In cambio del nostro supporto, probabilmente l’attività ne beneficerà e questa quota ci darà diritto a un PREMIO, che sarà una partecipazione agli utili dell’azienda, quando arriveranno.

Se, viceversa, nonostante il nostro aiuto la ditta di ferramenta andrà male, non solo non vedremo un centesimo di utili, ma per pagare i debiti probabilmente verranno utilizzati i nostri soldi, oppure, nel caso peggiore (FALLIMENTO) dovremo vendere il locale che abbiamo apportato per il magazzino. 

Per questo motivo il premio di cui sopra si definisce “premio al rischio”. 

Il rischio è quello che le cose vadano per il verso sbagliato, e quindi, di perdere tutto quello che abbiamo messo in questa attività (soldi o beni materiali). 

Quando l’attività di impresa è molto grande, non è sufficiente che una persona o due conferiscano soldi o beni materiali per portare avanti le cose, ma si rende necessaria una quantità molto maggiore di “soci” e le quote di partecipazione all’attività prendono il nome di “azioni”. 

Funzionano esattamente nello stesso modo e il premio al rischio prende il nome di dividendo

Quando una società ha bisogno di capitali ancora più grandi, se ha le caratteristiche giuste e strettamente previste dalla legge, può accedere (quotarsi) nelle Borse:
le più grandi “piazze” in cui la domanda e l’offerta di denaro si incontrano, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, un giorno dopo l’altro. 

Per questo agli “addetti ai lavori” piace tanto l’appellativo “Piazza Affari” con cui viene identificata la Borsa Valori italiana più importante: quella di Milano. 

Purtroppo a Piazza Affari non sempre si fanno buoni affari

Questo vale in tutte le borse del mondo: quando in borsa non si fanno buoni affari, si può anche perdere tutto o comunque grandi quantità dei propri risparmi.

  • Ma perché è così difficile prevedere il valore delle azioni che compriamo?

La risposta è che sui mercati di borsa, gli acquisti delle azioni non nascono quasi mai sulla valutazione “il ferramenta di mio cugino è nel settore da anni”, e le vendite non dipendono dal fatto che accanto al ferramenta sia stato aperto un grande magazzino per il bricolage. 

Al contrario, le decisioni sugli scambi sono spesso lontane dalla logica economica ed essi vengono fatti con una velocità ormai al di fuori del controllo umano.
Se ne contano milioni ogni secondo ed hanno quindi bisogno di tutta la potenza dei computer e dei loro famigerati “algoritmi”. 

Il cinema ci ha sempre portato ottimi esempi sul funzionamento di questi meccanismi, e di recente una SERIE TV di strepitoso successo ci ha mostrato quanto la finanza e l’economia a volte siano lontane.

Ne “I Diavoli”, sin dalla prima puntata viene utilizzato un termine “itanglese”: “shortare”, che ha incuriosito molti spettatori. 

SHORTARE

Cosa significa “Shortare”?

Ne approfitto per spiegare che questo termine o altre frasi simili (“andare short” – “andare corti”) indicano un’operazione molto frequente sui mercati: la c.d. vendita allo scoperto

Gli operatori cioè vendono quello che non hanno, impegnandosi a comprarlo in un termine prefissato. 

È come una scommessa al ribasso: se penso che domani un chilo di pane costerà 1.5€, oggi lo venderò a 3€, impegnandomi a ricomprarlo domani. 

Se le cose andranno come previsto avrò guadagnato il 100% del mio investimento

Proviamo a pensare che le cose non sempre vanno come previsto e che in borsa queste operazioni avvengono su decine di miliardi ogni giorno, condizionando i mercati attraverso innumerevoli strumenti “derivati” costruiti per questo scopo. 

Ciò rappresenta la contaminazione più forte della finanza sull’andamento dell’economia reale.

Il rischio percepito dalle azioni e la fama che esse si sono guadagnate specialmente negli ultimi anni sono figli di questa forte sensazione di casualità nel definire il loro valore

La maggior parte degli investitori “fai da te” effettuano previsioni sul futuro di una azienda facendo il “ragionamento del ferramenta” e spesso rimangono smentiti per colpa di questi fattori.

Tali fattori però in un periodo più lungo perdono di forza e lasciano il posto ai cosiddetti “fondamentali”

Il mercato solitamente tende a premiare sempre le aziende migliori e più solide, perché sono le uniche che hanno un equilibrio patrimoniale, finanziario ed economico in grado di superare anche i più grandi momenti di difficoltà. 

Una grande frase di Warren Buffet, che è uno dei più ricchi uomini del pianeta nonché uno dei più noti investitori contemporanei, qualità avvalorata dalle sue umili origini, dice: “se non si hanno davanti almeno dieci anni, non bisognerebbe investire nemmeno un dollaro su una singola azione”. 

Personalmente sono molto d’accordo con lui. 

Riassumiamo dunque in una tabella i pro e i contro di un investimento azionario. 

pro e contro di un investimento azionario

Non mi rimane quindi che darti appuntamento alla seconda parte di questa guida, dove ti parlerò delle obbligazioni.

  • Hai ricevuto proposte di investimento che non comprendi da parte della tua banca? 
  • C’è troppa liquidità sul conto e vuoi sapere la cosa giusta da fare? 
  • Hai paura di non sapere abbastanza sui percorsi che prenderanno i tuoi risparmi?

Contattami per ricevere una consulenza gratuita, sarò felice di aiutarti.