sara vannelli Nessun commento

Quali sono i criteri con cui scegliere la banca giusta per te e quali costi devi conoscere per decidere se aprire un conto o investire i tuoi soldi nella massima trasparenza?

Scegliere la banca giusta non è affatto semplice.In questo periodo le parole truffa e raggiro, unite alla parola Banca, fanno lievitare il numero di copie dei giornali o le visualizzazioni su internet. Ultimamente si è parlato molto di “stangata” rispetto ai costi fissi lievitati a 3,5 euro al mese per la gestione di un conto corrente.

Ma qual è la verità e quali sono i veri costi di gestione di un conto?

Media, funzionari e addetti ai lavori in genere, spesso tendono a nasconderceli dandoci informazioni incomplete, confuse e, forse, anche fuorvianti. Facciamo chiarezza.

Ogni banca per gestire i nostri conti correnti ha tutta una serie di costi fissi tra i quali anche la manutenzione 24 ore su 24 ore delle piattaforme di internet Banking. È quindi difficile pensare che questi servizi possano essere ricevuti gratuitamente.

Perché allora i correntisti italiani vanno su tutte le furie quando leggono queste notizie? Perché questi sono gli effetti collaterali di tutti quegli istituti che nell’intenzione (giusta) di fare impresa e crescere, hanno regalato servizi e pacchetti per molti anni senza richiedere un canone.

Ora, di fronte a un cambio di rotta, è legittimo che chi aveva aderito a quelle offerte solo per spendere zero, decida di andarsene e fare “il giro delle sette chiese” per trovare altrove una banca più conveniente.

Ma siamo sicuri che cambiare banca convenga?

Direi assolutamente di sì ma bisogna saper bene come scegliere una banca e per farlo bisogna conoscere ciò che spesso non ci viene detto. Certamente non vale la pena spostarsi su un’altra banca dove magari il canone di conto diventa ZERO ma tutto il resto no!

Saper spiegare ai clienti quali sono i veri costi che si sostengono quando si entra in banca non è una cosa comune. E tanto meno può farlo una semplice pubblicità, benchè accattivante. Difficilmente i vari direttori o impiegati seduti dietro alle loro scrivanie avranno il tempo e, forse, solo alcuni avranno la capacità di elencarveli e spiegarveli nel dettaglio.

Il motivo è semplice: per fare questo bisogna avere una grande consapevolezza del VALORE di ciò che si fa. E non sempre questo valore esiste o si ha la consapevolezza di valore.

Qui di seguito ti elenco varie tipologie di costi bancari che ognuno di noi, prima o poi, si trova davanti:

  • Apertura e mantenimento di un conto corrente e della custodia titoli ad esso collegata
  • Prelievi BancomatBonificiLibretti assegni – Commissioni di massimo scoperto (quando si va in rosso sul conto)
  • Mutuo:
    Costi di ISTRUTTORIA (il processo attraverso il quale un banca decide se darvi i soldi o no).

    Costi di PERIZIA (il perito è quel professionista che viene a casa tua per vedere se è tutto in regola, perché su quella casa verrà messa la garanzia, ovvero l’IPOTECA. Inoltre sul valore della casa viene calcolato l’importo del mutuo e il relativo tasso.

    Il tasso di interesse più lo “SPREAD” (quel valore che la banca aggiunge al tasso di mercato per ricavare un guadagno).

    Le commissioni per le polizze obbligatorie (Scoppio e Incendio). Le commissioni per le polizze non obbligatorie ma che vi faranno comprare lo stesso dicendovi “tanto si pagano rata per rata e sono pochi euro” (ad esempio perdita del lavoro o infortuni fino al caso morte)
  • Prestiti personali: anche qui vi sono costi di istruttoria, in più i tassi di interessi sono molto più alti rispetto al mutuo.
  • Carte di credito, Carte di debito, Carte prepagate per i vostri figli o per i vostri acquisti in internet.

Ma veniamo al bello, cosa succede se decidiamo di investire?

Qui c’è davvero molto da sapere, infatti questi sono costi chenon tutte le persone sono disponibili ad accettare facilmente. Il principio è “già ti affido i miei soldi e devo pure pagare?”

E la maggior parte delle volte, gli istituti bancari, non li descrivono accuratamente e dettagliatamente, seguendo un altro semplice adagio: “occhio non vede, cuore non duole”.

A pochissimo sono servite le normative MIFID (Market in Financial Instruments Directive) emanate dall’Unione Europea, che hanno obbligato tutti gli operatori alla trasparenza dei costi. Purtroppo, i costi reali sono sempre “nascosti” dove è difficile vederli.

Ma passiamo ai fatti: ecco un elenco di spese per chi decide di “affidarsi” a una banca o simili (Poste, consulenti finanziari indipendenti, assicuratori ecc…). Attenzione, non è affatto detto che si affrontino tutti né che siano applicati al massimo del loro livello.

Per saperlo però, bisogna conoscerli:

  • Costo di entrata nell’investimento (compro uno strumento di investimento, pago una percentuale che può arrivare anche al 3%)
  • Costo di gestione (durante il mio investimento viene prelevato ogni giorno un po’. Sono i costi più subdoli perché i più invisibili. Non vengono detti quasi mai, possono anche loro arrivare fino al 3% nei casi peggiori
  • Costi di uscita dall’investimento (se esco prima di una certa scadenza, pago una percentuale che diminuisce in base agli anni che passano dall’inizio). Questi sono molto fastidiosi perché in genere si fa la loro conoscenza quando si ha bisogno di riprendere il malloppo, ed allora è troppo tardi)
  • Costi per la consulenza (proprio come un avvocato un medico o un commercialista). Questi possono essere fino al 2% l’anno sul patrimonio che si investe.

Investire rimane il passaggio obbligato e senz’altro più corretto ed efficace che segue al risparmiare.

Questi sono i più trasparenti perché li si vede uscire direttamente dal conto corrente.

Questo imporrebbe la legge, c’è da dire che alcune banche hanno trovato il modo di aggirare il problema, senza per questo violare il testo normativo. E poi c’è tutta quella gente che il conto neanche lo guarda (ad esempio le persone anziane). A questo elenco si aggiunge il c.d. “Costo OPPORTUNITA’”.

Specialmente se si perde sui mercati finanziari, oppure se si guadagna poco, se il denaro non viene gestito in modo efficiente, esiste un costo pressoché infinito, quello cioè di non averlo utilizzato in un altro modo.

Se si scopre tutto questo dopo, quando ormai è tardi,  il risultato sarà devastante e l’allontanamento dagli investimenti è sicuro.

Invece, se si opera con la dovuta attenzione, investire rimane il passaggio obbligato e senz’altro più corretto ed efficace che segue al risparmiare.

Alla luce di questa breve analisi, ben si comprende come sia sbagliato, incompleto ed estremamente fuorviante, parlare di STANGATA riferendosi al canone di un conto corrente.

Il mondo dell’informazione dovrebbe essere molto più attento a questo genere di proclami e mettersi davvero al servizio del cittadino, evitando di sparare titoloni per far credere che sia dalla sua parte quando invece, ancora una volta, crea solo fumo negli occhi.              

Ma allora come scegliere la banca giusta?

consulente finanzario

Segui questi 4 consigli:

  1. Scegli un istituto molto grande e solido. Sono finiti i tempi in cui il criterio era quello de “lo sportello sotto casa”. Una banca che soffre, oltre a essere pericolosa, applicherà strutture di costi più alti e più nascosti  (quelli che scoprirete dopo avere aperto il conto “perché è gratis”)
  2. Scegli assicurandoti prima che vi sia una piattaforma Internet chiara e semplice da usare. Il futuro del rapporto con la banca non sarà andare allo sportello, ma attraverso i canali telematici. Che ci piaccia oppure no.
  3. Legato al punto precedente, scegli una banca che lavora con i consulenti finanziari. Se non vorrai rimanere in balia di un numero verde, è necessario averne uno.
  4. Rivolgiti a una persona che stimi sul piano professionale e personale e chiedigli che tipo di scelte ha fatto. Questo è un passaggio fondamentale per la scelta del consulente.

Nel prossimo articolo ti parlerò di chi è e cosa fa un consulente finanziario e in che modo può proteggere, curare e migliorare il tuo patrimonio.

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